Proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana

Presentate le proiezioni macroeconomiche per l’Italia nel quadriennio 2024-27 elaborate dagli esperti della Banca d’Italia nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema

Le proiezioni per l’area dell’euro sono state rese note sul sito internet della BCE il 12 dicembre. I principali risultati sono i seguenti.

 Si stima che il PIL dell’Italia aumenti dello 0,5 per cento nel 20241 e acceleri nel successivo triennio, a tassi intorno all’1 per cento in media, sospinto dalla ripresa dei consumi e delle esportazioni. Gli investimenti sarebbero frenati dal ridimensionamento degli incentivi all’edilizia residenziale ma beneficerebbero dall’implementazione dei progetti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e della graduale riduzione dei costi di finanziamento.

Si valuta che l’inflazione rimanga contenuta, collocandosi all’1,1 per cento nella media dell’anno in corso, all’1,5 nel successivo biennio e al 2,0 per cento nel 2027. Al rialzo dell’inflazione contribuirebbero principalmente il venire meno del forte contributo negativo della componente energetica e, nel 2027, gli effetti temporanei dell’entrata in vigore della normativa ETS2.

L’inflazione di fondo sarebbe poco superiore al 2 per cento nella media di quest’anno e scenderebbe a poco più dell’1,5 per cento nel prossimo triennio, in cui le pressioni derivanti dall’aumento del costo del lavoro sarebbero in larga misura assorbite dai margini di profitto.

Le proiezioni, come concordato nell’ambito dell’esercizio, sono basate sulle informazioni disponibili al 20 novembre per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 27 novembre per i dati congiunturali. Lo scenario previsivo presuppone che seppure in un contesto di elevata incertezza, in particolare sulle politiche commerciali della nuova amministrazione statunitense, la crescita della domanda estera si consolidi, ma su valori nettamente inferiori a quelli medi del ventennio precedente la pandemia.

Sulla base dei contratti futures, i prezzi del petrolio diminuirebbero nel corso del triennio e quelli del gas naturale rimarrebbero sostanzialmente stabili (cfr. il riquadro Le ipotesi). I costi di finanziamento per imprese e famiglie si ridurrebbero gradualmente.

Si stima che il prodotto sia tornato a espandersi nel trimestre in corso a ritmi moderati e che la crescita possa acquistare vigore dalla seconda metà del prossimo anno, grazie soprattutto all’andamento favorevole dei consumi e alla ripresa delle esportazioni. Rispetto alle proiezioni pubblicate in ottobre, la crescita del PIL è rivista al ribasso per circa 0,1 punti percentuali all’anno, per via di andamenti meno favorevoli delle attese nella seconda metà del 2024 e degli effetti di ipotesi di una crescita della domanda estera più contenuta e di tassi di interesse leggermente più elevati.

I consumi, dopo la forte caduta registrata alla fine del 2023, sono tornati ad aumentare fin dal primo trimestre dell’anno in corso e continuerebbero a crescere nel prossimo triennio, sostenuti dal buon andamento del potere d’acquisto delle famiglie e dalla riduzione dei tassi di interesse. Gli investimenti rallenterebbero, risentendo degli effetti del ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni, che verrebbero solo in parte attenuati dall’aumento della spesa per infrastrutture e dalle misure di incentivo previste nel PNRR.

Le esportazioni, ancora deboli nella seconda metà di quest’anno, tornerebbero a espandersi dal prossimo, a tassi analoghi a quelli della domanda estera. Le importazioni crescerebbero in misura più contenuta, risentendo della debolezza della spesa per investimenti. Il saldo di conto corrente della bilancia dei pagamenti si stabilizzerebbe intorno all’1,0 per cento del PIL.
Da Banca d’Italia

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